Il problema delle fake news è andato aumentando notevolmente con l’avvento di nuove forme di comunicazione non specialistica e ha trovato il proprio culmine durante la pandemia di covid19.
In Italia, secondo il rapporto Ital Communications-Censis sulla disinformazione circolata nel periodo pandemico (in calce all’articolo), il 48,6% degli italiani di età compresa tra i 35 e i 64 anni crede che il virus sia stato creato in laboratorio e poi liberato.
Perché le fake news hanno così tanta presa sull’immaginario comune? Come possiamo difenderci dalla disinformazione orchestrata ad arte e da quella involontaria?
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Indice dei contenuti
Cosa sono le Fake news?
Col termine Fake news si indicano tutti quei contenuti che, di varia natura e a vario titolo, diffondono false informazioni alterando o mistificando la realtà.
A riguardo si tende solitamente a distinguere tra:
- disinformazione o falsa informazione
- misinformazione o cattiva informazione
Disinformazione o false informazioni
Tutti sappiamo che la Regina Maria Antonietta D’Asburgo-Lorena rispose con arroganza a chi le comunicava che il popolo affamato reclamava del pane, affermando “se non hanno pane che mangino le brioches“.
È altresì risaputo che Albert Einstein non andasse bene in matematica nonostante il proprio genio e che Newton elaborò la legge sulla gravità dopo che una mela gli cadde in testa.
Sapete cosa hanno in comune questi tre avvenimenti? Che non sono mai accaduti.
Sono dei falsi storici ormai accertati.
Maria Antonietta non ha mai consigliato ai parigini di mangiare brioches, Einstein non fu mai bocciato in matematica come molti sostengono e Newton, pur avendo ammesso di aver elaborato le leggi sulla gravità ragionando sulla caduta di una mela dall’albero, non fu mai colpito in testa da quella mela.
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Semplicemente, si tratta di notizie false che sono state create per i più disparati motivi, taluni di natura politica talaltri per il semplice effetto del passaparola, e che sono state perpetrate invariate nel corso dei secoli acquisendo apparente veridicità per il solo fatto di essere di antica provenienza.
Una fake news è sostanzialmente questo: la creazione di fatti mai avvenuti allo scopo di attirare l’attenzione delle persone, talvolta con mere finalità di marketing altre volte con intenti specificamente politici.
Quando vi imbattete online in titoli sensazionali che gridano al miracolo per una nuova scoperta scientifica o che richiamano l’attenzione su uno scandalo eccezionale vi trovate, con tutta probabilità, dinanzi a siti che cercano di indurvi a cliccare sui loro articoli per attirarvi sulla loro piattaforma. In questo modo, loro aumentano la percentuale delle visite al sito e, in modo direttamente proporzionale, il fatturato per le sponsorizzazioni sulle loro pagine.
Questo è il tipico esempio di una fake news con finalità di marketing, il pluriennale travisamento delle figure storiche di Maria Antonietta d’Asburgo – Lorena o Santa Maria Maddalena sono un macroscopico esempio di fake news di matrice politica.
Tipi di fake news: il Clickbait
Vendite a prezzi talmente scontati da sembrare impossibili, immagini che ritraggono individui con 3 mani o animali estinti che pascolano pacificamente tra le mucche, un megalodonte che emerge dagli abissi marini e attacca un mercantile. Il tutto, ovviamente, accompagnato da titoli studiati per indurre a credere che sia tutto assolutamente vero.
Questo genere di contenuti fa leva sulla vostra curiosità per ingrandirsi il portafoglio. E non di rado è veicolo di virus.
Pensateci bene prima di cliccare.
La propaganda politica
Talvolta ci troviamo di fronte a notizie create ad hoc per fomentare il malcontento popolare verso determinati esponenti o gruppi politici: emblematico il caso della “sorella” di Laura Boldrini, Luciana Boldrini, tacciata di gestire ben 340 cooperative per l’accoglienza dei migranti con tanto di foto – è proprio il caso di dirlo – da super eroina:
È passato qualche tempo da allora e ormai il post è stato rimosso. Naturalmente, la ragazza ritratta nella foto non era affatto la sorella di Laura Boldrini ma l’attrice che impersona la bellissima eroina Jessica Jones nell’omonima serie tv. E, altrettanto ovviamente, la sorella dell’On.le Boldrini non gestiva 340 cooperative per migranti.
Ma allora qual è il senso di tutto ciò? Perché prendersi del tempo per creare contenuti fasulli destinati ad essere sbugiardati da chi ha fatto del fact checking il proprio mestiere?
La risposta è molto semplice: le fake news fanno leva su alcune precise emozioni e vengono strumentalizzate ed usate per generare nell’opinione pubblica reazioni determinate, soprattutto in ambito politico.
Il Complottismo
Il peggior genere di fake news, sebbene non vi sia una graduatoria a riguardo e nessun contenuto fasullo, mistificatorio e manipolatorio possa dirsi accettabile, è rappresentato dai contenuti relativi ai grandi complotti delle istituzioni ai danni del cittadino.
Tutti quei blog e siti sedicenti “informativi”, e costruiti in realtà giocando sulla tendenza delle persone a credere più a ciò che risulta più o meno probabile che non a fatti scientificamente dimostrati, rischiano di fare un danno enorme alla libera informazione e al diritto dei cittadini di accedere a un’informazione trasparente e corretta, oltre che libera.
Terrapiattismo, Nuovo Ordine Mondiale, Teorie su come la Pandemia di Covid 19 sia stata creata a tavolino per arricchire Big Pharma, su come i vaccini anticovid uccidano senza che di ciò venga data notizia, si rincorrono nei siti e nei gruppi di adepti moltiplicando esponenzialmente i consensi e generando – nei casi più gravi – frange armate pronte a passare all’azione con metodi che spesso ricordano il terrorismo degli anni di piombo.
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Cos’è e come si riconosce la misinformazione
Per misinformazione si intende la produzione e/o diffusione di contenuti falsi e inesatti non per specifica e dolosa volontà di concorrere alla loro propagazione, ma semplicemente come effetto di errori involontari.
Si concorre involontariamente alla misinformazione, per esempio, perché si ha la pretesa di scrivere contenuti informativi su argomenti che non si padroneggiano, perché difettano le competenze o semplicemente perché non appartengono al nostro curricolo di studi.
Se all’improvviso, un giorno, decidessi di dedicarmi alla scrittura di articoli di approfondimento medico, contribuirei certamente a fare misinformazione, perché io non possiedo competenze in quel campo. Il mio apporto potrebbe consistere nella realizzazione di un’intervista ad uno specialista, ma non potrei mai sostituirmi a lui in maniera competente. Semplicemente perché ho fatto altri studi, che mi rendono competente nel mio settore e non in quello medico.
Analogamente, si contribuisce a fare misinformazione anche quando si condividono contenuti falsi o scorretti prodotti da altri che non si sono riconosciuti come tali.
I social networks sono “programmati” per premiare i contenuti che piacciono di più alle persone.
Ma come fa un social network a capire quali contenuti piacciono? Osservando le interazioni: ciò che gli utenti condividono, i link che aprono per la lettura, le reazioni che vengono lasciate a ogni post.
Quando condividiamo un contenuto, anche solo per sottolineare ai nostri amici e contatti che quel contenuto è una bufala, ne stiamo alimentando l’ulteriore circolazione.
Quindi, stiamo contribuendo a fare cattiva informazione.
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Come riconoscere una fake news
Si è parlato tanto di come si riconosce una fake news, il web è pieno di prontuari in materia che pullulano di consigli su cosa è indispensabile fare per capire se ci troviamo di fronte a una bufala.
Fare attenzione alla fonte
Bisogna subito controllare se l’URL della pagina che stiamo consultando è regolare o se piuttosto si tratta di un dominio che cerca di imitare una fonte ufficiale. Per esempio, è nota l’esistenza di un dominio “ilfattoquotidaino” che cerca di imitare l’estensione del celebre quotidiano online semplicemente invertendo la i con la a.
Fate sempre attenzione ai domini.
Osservare le credenziali dell’autore
Anche quando il dominio è genuino, possiamo comunque trovarci di fronte ad una fonte non autorevole perché, per esempio, si esprime su materie delle quali non ha alcuna competenza. Dobbiamo abituarci, quando leggiamo una notizia, a domandarci quale sia la conoscenza di chi scrive in merito alla notizia riportata.
Verificare se la notizia è stata data anche da altre fonti informative nazionali
Se lo è stata, verificare in che termini: a volte la falsità dell’informazione è palese perché nessun altro riporta quella notizia; altre volte la notizia è condivisa anche dalle principali testate di informazione nazionale ma il contenuto appare ridimensionato, perché i fatti sono diversi da quello che volevano farci credere per indurci a cliccare sul loro sito;
Abituarsi al fact-checking
Prima di dare una notizia, i giornalisti operano una rigorosa verifica della veridicità dei fatti che andranno a commentare. Dobbiamo sforzarci di fare lo stesso, perchè è importante non prestare il fianco alla diffusione di contenuti creati o condivisi appositamente per confondere la gente. Se un articolo non riporta le sue fonti o i dati che cita a sostegno delle opinioni espresse, con tutta probabilità sarà un contenuto fasullo creato ad arte.
Ragionare bene sulle immagini
Se quello che ha attratto la nostra attenzione era un’immagine, domandiamoci se sia originale e facciamo le relative verifiche. Si può utilizzare la ricerca inversa di google : clicchiamo sul menu immagini di Google, nella casella comparirà una macchina fotografica. Cliccando sull’icona della macchina fotografica potremo caricare l’immagine che vogliamo controllare e google ci darà le informazione su di essa.
Verificare che non si tratti di satira o parodia
Tutti conosciamo Lercio e ci siamo fatti quattro risate con le sue improbabili news, ma si tratta evidentemente di contenuti creati a scopo ludico e pubblicitario.
Come difendersi da fake news e cattiva informazione
Stando così le cose, cosa possiamo fare per tutelarci dalle fake news e dalla cattiva informazione?
Dobbiamo esercitare il nostro giudizio critico.
Ogni volta che ci troviamo di fronte a un contenuto che, per le modalità con cui è espresso, le immagini o i toni, ci fa pensare possa trattarsi di una bufala, dobbiamo chiederci:
- perché questa notizia mi ha raggiunto?
- cosa vuole provocare, quali corde tocca?
- la persona che l’ha redatta, che scopo ha?
- è uno specialista del settore? Che competenze ha per affrontare questo argomento?
- l’autore cita le sue fonti o i dati a sostegno delle sue affermazioni?
- la sua esposizione è aperta al dibattito o proclama verità che non possono essere contraddette?
Nella maggior parte dei casi, porsi queste domande è già sufficiente a rendersi conto che ci troviamo dinanzi a un contenuto scorretto e fuorviante o per nulla genuino, rispetto al quale potremo poi compiere eventuali ulteriori verifiche.
Debunking e fact-checking: siti demistificatori e verificatori da consultare regolarmente
Ci sono molti siti che hanno fatto della verifica dei fatti e della demistificazione la propria mission. È importante seguirli, per avere un filo diretto con la realtà non solo in relazione alle fake news ma anche, e in alcuni casi soprattutto, in relazione alla cattiva o incompleta informazione resa da taluni.
Tra i tanti consiglio:
Con specifico riferimento alla diffusione di fake news in materia medico-scientifica sarebbe bene prevenire il problema abituandosi a seguire i divulgatori scientifici, che fanno un lavoro egregio per spiegare alle persone cosa si nasconde davvero dietro alle notizie in campo medico.
Seguirli aiuta a sviluppare una cultura generale di base, con la quale certamente non ci si potrà laureare in medicina ma che previene e risolve a priori il problema del contatto con le notizie destituite di qualunque fondamento scientifico.
Nel prossimo post cercheremo di rispondere ad altre importanti domande:
- perché le persone credono tanto nelle fake news?
- perché è importante ostacolare la circolazione di notizie false o di cattiva informazione?
- cosa si può fare per limitare il dilagare di questo fenomeno?
- condividere una fake news è reato?
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